Due artisti di fama internazionale per uno spettacolo in cui avranno totale libertà di espressione i loro personalissimi e singolari stili, in un imprevedibile fuoco pirotecnico di rielaborazioni sonore, incontro perfetto fra jazz e sound mediterraneo. Una performance, quindi, votata ad una rilettura originale del jazz con un gusto tutto latino, sia per il loro essere così trascinanti ed istrionici, sia per l’assoluta padronanza degli strumenti di cui i nostri si sono mostrati maestri.
Stefano Bollani, talento assoluto nel pianismo italiano, dimostra di saper coniugare con sorprendente disinvoltura tutte le espressioni stilistiche, dal jazz alla musica classica, dalle culture sudamericane alla pop-music.
Dotato di una tecnica prodigiosa, di straordinarie capacità compositive e improvvisative, di una cultura a tutto campo della letteratura musicale, è in grado di riunire il rigore del pianismo di alta scuola con un’innata vocazione allo spettacolo e all'intrattenimento, grazie anche alla sua duttilissima vocalità e alle naturali doti comunicative. Innumerevoli e in continua evoluzione le sue collaborazioni con formazioni orchestrali e con artisti italiani e internazionali, che vanno da i Solisti dell'Orchestra Regionale Toscana a Richard Galliano, Enrico Rava, Kenny Wheeler, Lee Konitz, ed ancora Tiziana Ghiglioni, Paolo Fresu, Elio e le storie tese, Gino Paoli, Irene Grandi sino a Sainhko Namtchylak, Hector Zazou, Elliot Sharp.
Non si è fatto mancare il teatro con spettacoli con David Riondino, la Banda Osiris, Claudio Bisio.
Pianista e fisarmonicista autodidatta, Antonello Salis deve le sue prime esperienze musicali come organista in orchestre da ballo. Intraprende la carriera professionistica, nei primi anni settanta, come musicista rock nel gruppo jazz-oriented "Cadmo" con Mario Paliano e Riccardo Lay. Avvicinatosi poi più da vicino al jazz collabora con alcuni dei maggiori musicisti afro-americani ed europei.
Numerose sono le partecipazioni a festival jazz sia in Italia che all'estero che lo hanno visto suonare al fianco di musicisti di prim'ordine, quali Antony Braxton, Billy Cobham, Nanà Vasconcelos, Don Cherry, Paolino Dalla Porta, Maurizio Giammarco, Gianluigi Trovasi, Paolo Fresu. Il suo approccio al jazz fa spesso riferimento a livello tematico a motivi popolari, da tradizioni folkloriche o dal mondo del cinema, che ben si prestano alla modernità di uno stile improvvisativo, aperto a escursioni "free", ma capace di mantenere un vivido sapore e calore.
Dalla sua l'incredibile vulcanicità della sua strepitosa energia artistica, collimante con una viva ed intensa "mediterraneità" capace di identificarlo quale uno tra i migliori esponenti di un sempre più in voga "mediterranean sound".